DIGITALE, MAAS, PNRR: COSÌ CAMBIERÀ LA NOSTRA MOBILITÀ.lunedì 17 gennaio 2022 12.11Intervista al Segretario dell’Associazione per la diffusione di Sistemi Intelligenti di Trasporto.

Fonte: redazione Open Innovation - Regione Lombardia

Come cambierà la mobilità nei prossimi anni in Italia? Quali sono i Sistemi Intelligenti di Trasporto che scopriremo nella nostra quotidianità, e quale il contributo che arriverà dal PNRR? Con che opportunità per le nostre imprese?
Lo abbiamo chiesto a un’esperta come l’ingegnere Olga Landolfi, dal 2003 Segretario Generale di TTS Italia, l’Associazione Italiana per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza.

TTS Italia è stata costituita nel 1999, riunendo organizzazioni sia pubbliche sia private, per promuovere sviluppo e diffusione dei Sistemi Intelligenti di Trasporto, sistemi cioè fondati sull’interazione tra informatica, telecomunicazioni e multimedialità. Per promuovere, dunque, l’evoluzione verso una Smart Mobility nella gestione della mobilità di aree urbane e metropolitane, il pagamento automatico, il rinnovamento del TPL (Trasporto Pubblico Locale), una nuova gestione delle flotte e del trasporto merci.

Segretario, quali sono oggi i trend di innovazione che delineano una Smart Mobility?
“Ne evidenzierei quattro. Il primo è il passaggio, che finalmente si sta cercando di realizzare, verso trasporti che siano davvero al servizio dell’utente. Non a caso, ora più che di ‘sistema di trasporti’ di parla di “servizi di trasporto”: il cambio di prospettiva è evidente, significa che non è più l’utente a doversi adattare a un insieme disorganico di mezzi di trasporto ma che al centro c’è il cittadino e la sua esigenza di spostarsi in modo confortevole ed efficiente.
Per fare questo, occorre allora integrare le modalità di trasporto superando una visione purtroppo dura a morire, in cui i vari mezzi - bus, auto, treno, nave - sono percepiti come sistemi divisi tra loro. Ecco, la prima grandissima sfida è dunque unire questi sistemi, e ciò è possibile solo grazie a una forte automazione e informatizzazione del settore, con una integrazione che parta da quella dei dati disponibili. Se ne parla da più di vent’anni, ma quello che oggi può fare la differenza è che abbiamo a disposizione - a costi contenuti - le tecnologie abilitanti per renderlo davvero possibile.
Il secondo trend di innovazione della mobilità italiana è una diretta conseguenza del primo: andiamo sempre più verso servizi personalizzati, verso quella che viene chiamata Mobility-as-a-Service o Maas. In concreto, significa dare la possibilità all’utente di spostarsi usando diversi mezzi - come taxi, trasporto pubblico, car-sharing, autonoleggio - utilizzando un’unica app per la prenotazione, l’acquisto del biglietto e la pianificazione del proprio viaggio. Questo è il futuro: ed è un’evoluzione che possiamo realizzare in breve tempo.
Come terzo trend di innovazione indicherei le auto autonome, come quarto i veicoli elettrici, ibridi e alimentati con combustibili alternativi. Anche di questi si parla da tempo, ora però i tempi sono maturi perché c’è una nuova cultura e una nuova spinta che arriva dai governi stessi, a cominciare da quello della UE, verso una mobilità green per ridurre impatti ambientali e dunque mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”.
 
“Per la Smart Mobility saranno centrali tutte le tecnologie legate all’analisi dei dati. L’Italia ha le tecnologie necessarie e le competenze per usarle”
 
Ecco, quali sono le tecnologie abilitanti per il settore? Come si posiziona l’Italia su questo fronte?
“In realtà non parliamo di tecnologie disruptive, o che debbano ancora essere scoperte: si tratta invece per lo più di tecnologie già on the shelf, disponibili. Penso soprattutto al mondo delle app e dunque alla rete cellulare, alle nuove reti 5G - molto più rapide e in grado di garantire un maggior traffico di dati -, poi sicuramente a batterie più efficienti per i motori elettrici: se vogliamo aumentare in modo significativo la diffusione dei veicoli a zero emissioni diventa fondamentale abilitare un’autonomia di 500 chilometri, che davvero può fare la differenza.
E ancora, la Smart Mobility per crescere ha bisogno di tutte le tecnologie legate all’analisi dati: Intelligenza Artificiale, Cloud, Storage, capacità di calcolo e di elaborazione.
Quanto al posizionamento dell’Italia, sono contenta di toccare questo punto per sfatare un mito: il nostro Paese ha grossi numeri dal punto vista tecnologico e delle risorse umane, per anni ad esempio i nostri ingegneri sono stati considerati tra i migliori al mondo. E abbiamo un tessuto incredibile di PMI di altissimo livello, ad esempio a livello di componentistica, che lavora con i mercati non solo a livello internazionale ma mondiale.
E dunque; abbiamo le tecnologie necessarie ad attuare una vera Smart Mobility, abbiamo le competenze per usarle, abbiamo aziende che investono in Ricerca e innovazione: questo va detto, e va supportato a livello di governo”.
 
“Il PNRR rappresenta un’incredibile opportunità anche per il mondo della fornitura, per quel tessuto innovativo di PMI che ci caratterizza”
 
In che modo il PNRR può accelerare la strada verso una Smart Mobility? Con che ricadute per le imprese?
“Come sappiamo, la Missione 3 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è centrata sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile e prevede - come in tutto il Piano - due tipi di interventi: i progetti sui territori e le riforme. Nel campo della mobilità, una parte dei fondi è finalizzata al miglioramento del TPL), non solo per l’acquisto di nuovi mezzi ma anche per il loro rinnovamento tecnologico.
Poi c’è da segnalare il progetto Maas for Italy, di cui siamo parte come TTS Italia, che ha obiettivo di testare il Maas nelle città metropolitane (ndr: su 14 Comuni capoluogo di Città metropolitane invitati a partecipare, il 12 gennaio sono 13 quelli che hanno risposto candidandosi a testare come progetti pilota le loro piattaforme, con il finanziamento messo a disposizione dalla Misura 1.4.6 del PNRR).
E ancora, ci sono gli investimenti in infrastrutture, ferrovie, autostrade. E quelli per la mobilità sostenibile e ‘dolce’: dunque per sharing, monopattini elettrici, veicoli elettrici o alimentati con combustibili alternativi.
Nel complesso, gli interventi sono moltissimi: un quadro più dettagliato si trova nel documento in cui sono riportati i progetti di competenza del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità (clicca qui).
Certo la sfida è epocale, oserei dire terrificante: spendere questa enorme mole di denaro, farlo bene e nei tempi previsti e quindi rendicontare rappresenta uno sforzo titanico dal punto di vista gestionale, soprattutto per la Pubblica amministrazione. Su questo fronte, potrebbe essere utile che le Regioni agiscano come una sorta di collante, coordinando i vari progetti, anche per superare una visione campanilistica e promuovere come dicevamo un’ottica di sistemi integrati. Per capirci, il MaaS dovrebbe svilupparsi almeno a livello regionale, se non a livello nazionale. Quello che ci occorre è una visione di lungo periodo e nazionale.
D’altro canto, il PNRR rappresenta un’incredibile opportunità. Anche per il mondo della fornitura, per quel tessuto innovativo di PMI di cui dicevo che sarà grandemente coinvolto attraverso diversi bandi di gara. In particolare, ci sarà grande spazio per tutti i servizi di digitalizzazione dei dati, dal semaforo intelligente alla Data Anaslysis: parliamo dunque di software per la rilevazione del traffico, ma anche di hardware e sensori per la ricezione dei dati. Ancora una volta, si tratta di un mercato già presente sul nostro territorio: ma è indubbio che l’evoluzione verso una Smart Mobility lo svilupperà moltissimo”.

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