TECNOLOGIA E AUTORIPARATORI: UN RAPPORTO DIFFICILE ?mercoledì 9 gennaio 2019 10.11Auto sempre più affidabili, nuove motorizzazioni ibride ed elettriche, sistemi adas, e-call, b-call, controlli satellitari, scatole nere. e ancora, la diffusione delle flotte aziendali e il nuovo interesse per il renting da parte dei privati stanno modificando ed allargando il fronte della competizione che riguarda i servizi automotive


Auto sempre più affidabili, nuove motorizzazioni ibride ed elettriche, sistemi adas, e-call, b-call, controlli satellitari, scatole nere. e ancora, la diffusione delle flotte aziendali e il nuovo interesse per il renting da parte dei privati stanno modificando ed allargando il fronte della competizione che riguarda i servizi automotive post vendita, e non solo.

The Internet of things (l’internet delle cose) è ormai una realtà consolidata e sarà uno strumento che consentirà alle aziende più innovative di ridisegnare tutta la filiera automotive e i suoi modelli di business.

Questa espressione fa riferimento agli ormai innumerevoli (saranno oltre 50 miliardi entro i prossimi 3 anni) oggetti o agli strumenti connessi a Internet, in grado di ricevere e trasmettere dati. Stiamo parlando, ovviamente, anche di automobili, sempre più connesse tra di loro con infinite combinazioni e per molteplici scopi.

Attorno al reticolo di Internet of things  si svilupperanno infiniti servizi, basati sull'uso dei dati,  legati alla mobilità (sostenibile, condivisa) di merci e persone  e   potranno svilupparsi le smart cities, le città intelligenti  dove oggetti, aziende e persone saranno sempre connessi tra di loro. 

Tutti i protagonisti della filiera automotive sono partiti alla conquista della relazione con gli automobilisti e alla loro fidelizzazione come condizione per garantirsi la possibilità di operare, di crescere e di rafforzarsi allargano il catalogo dei prodotti e dei servizi venduti, anche in ambiti al di fuori del mondo automotive.
 
L’unica regola sembra essere questa: “Non ci sono regole”. Le case automobilistiche  vorrebbero assicurare direttamente il proprio parco auto; gli assicuratori stanno pensando a come allargare la propria attività nel car sharing o nel noleggio, i giganti del web si propongono come costruttori di veicoli a guida autonoma.

Sono molti i progetti avviati e gli investimenti non mancano ma la strategia che li accomuna sembra essere solo una: l’uso delle informazioni raccolte attraverso Internet of things per sviluppare servizi ad alto valore percepito, saltando tutti i possibili intermediari.
 




L’intervento di Gianluigi Buosi – Presidente dei Meccatronici di Confartitigianato Imprese Marca Trevigiana

Ancora tanti autoriparatori artigiani sono assenti a questa partita. Nel corso degli anni, la categoria ha tratto beneficio da una domanda di riparazioni  molto abbondante. Conseguentemente non c’è stata una spinta verso la ricerca dei nuovi clienti, la loro fidelizzazione e l’aumento del livello qualitativo dei servizi.

Il diffondersi dell’uso del web da parte degli automobilisti e la spinta delle grandi aziende a instaurare con loro relazioni dirette, stanno provocando, però, le prime crepe a questo sistema.  Gli automobilisti cominciano ad avere informazioni per premiare gli autoriparatori più professionali e trasparenti.

Nel mercato dell’autoriparazione è iniziata una grande rivoluzione e le  grandi aziende del settore stanno studiando nuove strategie per garantirsi una posizione dominante anche nei servizi di riparazione e manutenzione che potrebbe penalizzare fortemente tutta la filiera del settore automotive indipendente (autofficine, ricambisti, costruttori di autoattrezzature, editori di dati).

Le due principali preoccupazioni per gli operatori indipendenti sono l’attuale difficoltà di accesso  alle informazioni per la riparazione e la manutenzione delle auto dai siti delle case costruttrici è l’uso sempre più massiccio dei sistemi telematici che consentono il trasferimento delle informazioni in modalità wireless. La connessione ad internet, consentendo un maggior scambio di informazioni, desta grandi preoccupazioni in merito alla possibile esclusione degli operatori indipendenti e rispetto ai problemi di protezione dei dati.

Soprattutto, nonostante l’avvenuta modifica dei regolamenti comunitari in materia, devono essere ancora maggiormente definite le modalità per lo scambio delle informazioni tecniche per la manutenzione e la riparazione delle auto tra casa costruttrice e autofficina indipendente, in modo da garantire un accesso equo alle informazioni. Solo in questa maniera si possono garantire condizioni di libera concorrenza e la sopravvivenza delle autofficine artigiane

Un discorso particolare va fatto in merito alla diffusione dei veicoli ibridi ed elettrici. Anche se la velocità con cui penetreranno queste tecnologie sembra ancora incerta, l’elettrificazione e l’ibridazione delle auto richiederanno una formazione aggiuntiva e servizi specializzati di manutenzione e riparazione, nonostante una possibile calo di interventi richiesti.Sarà importante per gli indipendenti la trasferibilità delle conoscenze e delle attrezzature per riparare questo tipo di veicoli, specialmente perche, ad esempio, l’architettura ibrida di Toyota è diversa da quella di Hyundai.

Le 2 aree che assumeranno sempre maggior importanza strategica sono la formazione per le tecnologie avanzate e per la diagnostica. E’ ormai parere comune tra gli autoriparatori, al di la dei requisiti professionali necessari (obbligatori) per l’accesso alla professione, che le aree interessate sono i veicoli elettrici ed ibridi, la riparazione elettronica, la diagnosi del veicolo, sistemi ADAS e le nuove tecnologie in generale.

In questo ambito va analizzata la questione su come poter organizzare la formazione per gli autoriparatori indipendenti in modo che siano in grado di svolgere un lavoro sicuro ed efficace operando con più marchi.
Potrebbe essere utile il riconoscimento della formazione multimarca appropriata per utilizzare le procedure di autorizzazione di sicurezza, in modo di evitare situazioni di limitazione di accesso da parte dei costruttori o la frequenza di più corsi rispetto a quelli necessari.

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