INTERNET OF THINGS E AUTORIPARATORI: UN RAPPORTO DIFFICILE ?lunedì 16 aprile 2018 16.20Auto sempre più affidabili, sistemi ADAS, e-call, b-call, controlli satellitari, scatole nere. E ancora, la diffusione delle flotte aziendali e il nuovo interesse per il renting da parte dei privati stanno modificando ed allargando il fronte della competizione che riguarda i servizi automotive post vendita, e non solo.
The Internet of things (l’internet delle cose) è ormai una realtà consolidata e sarà uno strumento che consentirà alle aziende più innovative di ridisegnare tutta la filiera automotive e i suoi modelli di business.
 
Questa espressione fa riferimento agli ormai innumerevoli (saranno oltre 50 miliardi entro i prossimi 3 anni) oggetti o agli strumenti connessi a Internet, in grado di ricevere e trasmettere dati. Stiamo parlando, ovviamente, anche di automobili, sempre più connesse tra di loro con infinite combinazioni e per molteplici scopi. Attorno al reticolo di Internet of things  si svilupperanno infiniti servizi, basati sull'uso dei dati,  legati alla mobilità (sostenibile, condivisa) di merci e persone  e   potranno svilupparsi le smart cities, le città intelligenti  dove oggetti, aziende e persone saranno sempre connessi tra di loro. 
 
 
 
Tutti i protagonisti della filiera sono partiti alla conquista della relazione con gli automobilisti e alla loro fidelizzazione come condizione per garantirsi la possibilità di operare, di crescere e di rafforzarsi allargano il catalogo dei prodotti e dei servizi venduti, anche in ambiti al di fuori del mondo automotive.
E’ iniziata una grande rivoluzione del mercato autoriparativo e le  grandi aziende del settore stanno studiando come riposizionarsi per garantirsi una posizione dominante. L’unica regola sembra essere questa: “Non ci sono regole”.
Le case automobilistiche  vorrebbero assicurare direttamente il proprio parco auto; gli assicuratori stanno pensando a come allargare la propria attività nel car sharing o nel noleggio, i giganti del web si propongono come costruttori di veicoli a guida autonoma.
Sono molti i progetti avviati e gli investimenti non mancano ma la strategia che li accomuna sembra essere solo una: l’uso delle informazioni raccolte attraverso Internet of things per sviluppare servizi ad alto valore percepito, saltando tutti i possibili intermediari.
 
E gli autoriparatori autonomi/artigiani ? Finora sembrano essere i grandi assenti a questa partita.
 
Nel corso degli anni, la categoria ha tratto beneficio da un mercato poco trasparente e da una domanda di riparazioni  molto abbondante. Conseguentemente non c’è stata una spinta verso la ricerca dei nuovi clienti, la loro fidelizzazione e l’aumento del livello qualitativo dei servizi. In molti casi, l’esperienza in officina da parte degli automobilisti rimane, quindi, complessivamente a livelli molto approssimativi e non si discosta molto a quella di 50 anni fa.
Il diffondersi dell’uso del web da parte degli automobilisti e la spinta delle grandi aziende a instaurare con loro relazioni dirette, stanno provocando, però, le prime crepe a questo sistema.   Gli automobilisti cominciano ad avere informazioni per premiare gli autoriparatori più professionali e trasparenti.
Internet of things permetterà alle grandi aziende (costruttori, noleggiatori, assicuratori, ecc.) di attivare velocemente  relazioni diretta ed efficaci con gli automobilisti e indirizzarli verso una rete   professionale e trasparente, che sappia dimostrare oggettivamente di saper soddisfare al meglio le esigenze dei propri clienti.
Si può anche facilmente immaginare che all’aumento del parco auto connesso e dei servizi di vario genere offerti al cliente, crescerà proporzionalmente (speriamo non in maniera esclusiva) anche la quota dell' “autoriparazione canalizzata”.

 

COME SI DIVENTA AUTORIPARATORI 4.0 -  GOOGLE RACCOMANDA: “PORTA LA TUA OFFICINA AL CONSUMATORE”.

E’ fondamentale imparare a comunicare al mercato, valorizzando   la propria professionalità in maniera efficace
. Solo così le autofficine indipendenti/artigiane potranno essere prese in considerazione, e quindi scelte, sia dagli automobilisti sia dalle grandi aziende.
Il processo di acquisto si sta spostando online.
In Italia più della metà dei consumatori, prima di acquistare ricerca informazioni sul web. Chi ha vuole acquistare un’auto nuova o usata, in 9 casi su 10 la cerca cominciando a raccogliere informazioni online.
Anche la ricerca online di informazioni in ambito RMI e post vendità è enorme. Google registra mensilmente:
  • 2,7 miliardi di ricerche sui pezzi di ricambio e accessori
  • 4,3 miliardi di ricerche sulle auto nuove
  • 1,9 miliardi di ricerche sulle auto usate
  • 455 milioni di ricerche su manutenzione e riparazione
A fine 2015 gli italiani che hanno comprato pneumatici online hanno raggiunto quota 13 milioni e   il 40% di questi ha acquistato gli pneumatici negli ultimi 12 mesi.
Il vecchio mantra “investi in attività di marketing per portare i consumatori nella tua autofficina” ora è sostituito da quello nuovo: “porta la tua autoffiicna verso i consumatori,attraverso il web”.
Promuovere, quindi, la propria impresa sulla rete, offrendo agli automobilisti le informazioni che stanno cercano online.


POTREBBE INTERESSARTI ANCHE:

CHE COSA SONO LE AUTOFFICINE 4.0 ?

NELL' ECOSISTEMA DELLA MOBILITÀ EMERGENTE , COME E DOVE VERRÀ CATTURATO IL VALORE - E DA CHI ?



Torna indietro