IDRA GROUP, SONO DI UN’AZIENDA ITALIANA LE “GIGA PRESS” CHE PRODUCONO LE TESLAmartedì 2 maggio 2023 11.41L’azienda bresciana Idra Group ha creato enormi presse in grado di stampare in un unico pezzo intere parti di scocca dell’auto. Una soluzione sposata da Elon Musk e che promette di rivoluzionare l’industria automotive, abbassando costi e tempi di produzione


Nel successo di Tesla c’è anche del know how tutto italiano. La Casa di Elon Musk ha iniziato il 2023 con forti ribassi nei prezzi delle sue vetture elettriche, soprattutto per quanto riguarda la berlina Model 3 e il suv Model Y, che hanno spiazzato i concorrenti. Una mossa resa possibile dai margini di profitto record che l’azienda californiana sta ottenendo, frutto delle intuizioni visionarie e controcorrente di Musk, tra cui quella di affidarsi per la produzione delle scocche delle proprie vetture a un’azienda di Travagliato (in provincia di Brescia), Idra Group, specializzata nella realizzazione di “Giga Press”, enormi presse pneumatiche.

Che cosa sono le Giga Press?
Dietro questi macchinari vi è una tecnica produttiva che promette di rivoluzionare il modo di fabbricare le automobili: la pressofusione, o pressocolata. In poche parole, il processo consiste nell’iniettare una lega metallica fusa ad altissima pressione all’interno di due stampi, che devono essere tenuti assieme da una pressione altrettanto elevata. Questo procedimento è da sempre utilizzato nell’industria automotive per produrre piccole parti e componentistica, ma l’idea rivoluzionaria dietro la prima Giga Press – creata da Idra nel 2019 – è quella di utilizzare la pressofusione per stampare direttamente la scocca delle vetture.
 
Perché Tesla ha scelto le macchine di Idra Group
A cavalcare questa soluzione è stato sin da subito Elon Musk, che ha visto nelle Giga Press di Idra l’occasione per ridurre la complessità, i costi e gli scarti legati alla produzione delle sue auto elettriche. Tutto è iniziato con le Giga Press che stampano la parte posteriore della scocca della Model Y, installate nell’impianto di Austin in Texas e in quello di Berlino. Grazie a questi macchinari un intero modulo del pianale dell’auto, che in precedenza era composto da 70 parti fuse tra loro, viene prodotto come un pezzo unico, con un minor fabbisogno di materia prima e di energia, nonché un notevole risparmio di tempo. Inoltre, un elemento prodotto con questa tecnica risulta più rigido e leggero, aspetti particolarmente importanti quando si ha a che fare una parte strutturale di una vettura.
 
Giga Press, la pressa per produrre auto più grande al mondo
Dopo la Model Y, le Giga Press di Idra saranno impiegate anche per dare vita al Tesla Cybertruck, il pickup elettrico la cui produzione dovrebbe partire il prossimo anno. Per l’occasione l’azienda bresciana ha creato la nuova Giga Press da 9.000 tonnellate, la più grande pressa al mondo, immortalata all’interno della fabbrica di Austin in un video diffuso dallo stesso Elon Musk. Queste Giga Press sono in grado di stampare la scocca di un Cybertruck in soli tre pezzi, ma secondo le dichiarazioni rilasciate dal ceo di Idra, Riccardo Ferrario, in occasione dello scorso Automotive News Europe Congress, la pressocolata offre grandi prospettive di sviluppo anche in altri settori, come quello delle motociclette o delle antenne 5G.
 
Una tecnologia fondamentale per democratizzare l’elettrico
Idra Group – che ha oltre 70 anni di esperienza nella pressofusione (è stata fondata nel 1946 e la prima pressa realizzata risale al 1966) – ha finora dato vita a 24 Giga Press. Elon Musk è stato il primo e principale acquirente dei macchinari prodotti a Travagliato, nonché l’unico cliente noto di Idra Group, ma l’azienda è in contatto con svariate Case automobilistiche, di cui non è ancora trapelato il nome. “Scommetto che l’80% dei costruttori utilizzerà le Giga Press entro il 2035, almeno per le auto elettriche basate su nuove piattaforme”, ha dichiarato Ferrario. Assieme alle batterie, infatti, il pianale è tra gli elementi più costosi delle auto elettriche, per cui renderne più efficiente la produzione potrebbe essere una chiave per democratizzare le vetture a zero emissioni.

Fonte: Network digital 360
Autore: Angelo Berchicci
 
 

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