AUTO ELETTRICHE: SOTTOSCRITTE 15 CONVENZIONI SU RETI PER PUNTI DI RICARICAmartedì 31 gennaio 2017 11.04il Sottosegretario Del Basso De Caro ha risposto ad una interrogazione del Presidente della Commissione Ambiente alla Camera Realacci del PD.
 Ad oggi il Mit ha sottoscritto Convenzioni relative alla realizzazione di 15 progetti su un totale di 19, finanziati nell’ambito del bando a favore delle regioni per il finanziamento di reti di ricarica dedicate ai veicoli elettrici“. Lo ha detto il Sottosegretario Del Basso De Caro rispondendo ad una interrogazione del Presidente della Commissione Ambiente alla Camera Realacci del PD.
Il Sottosegretario ha aggiunto che:
  • sono stati predisposti i Piani di mobilità elettrica regionale sui quali il Ministero effettua un monitoraggio continuo per verificare lo stato di avanzamento;
  • Sono stati stanziati 28 milioni di euro, in favore di regioni e province autonome, per Programmi di investimento per lo sviluppo di reti di ricarica sui propri territori;
  • il Ministero ha trasmesso alla Conferenza Unificata una bozza di Accordo di Programma per avviare il suo iter di approvazione ( la prossima seduta tecnica è prevista per il 15 febbraio 2017).
  • a gennaio 2016, i punti di ricarica presenti in Italia risultano 1.700;
  • nel corso del 2017, verranno installate ulteriori 700 punti di ricarica.
 
 

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10339
presentato da
REALACCI Ermete
 Lunedì 23 gennaio 2017, seduta n. 728
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
secondo il rapporto «Segnali 2016 – verso una mobilità pulita e intelligente», elaborato dall'Agenzia europea per l'ambiente, i trasporti sono responsabili di circa un terzo del consumo finale complessivo di energia nei Paesi europei e di più di un quinto delle emissioni di gas serra, nonché di una parte considerevole dell'inquinamento atmosferico;
più precisamente, il settore dei trasporti nell'Unione europea, contando anche le emissioni dovute ai trasporti aerei e marittimi internazionali, è responsabile del 24 per cento del totale delle emissioni di gas serra. Il nuovo libro bianco sui trasporti impone agli Stati membri dell'Unione europea di ridurre le emissioni di gas serra nel settore dei trasporti del 60 per cento entro il 2050, prendendo come termine di paragone i livelli del 1990. Dato che le emissioni di fatto sono aumentate del 27 per cento tra il 1990 e il 2009, tutti i Paesi dell'Unione europea devono effettuare quindi una riduzione complessiva del 68 per cento tra il 2009 e il 2050;
a tal proposito, come si evince da studi scientifici e da numerosi articoli apparsi recentemente sulla stampa nazionale, i veicoli elettrici, soprattutto se alimentati con energia da fonti rinnovabili, sono in grado di ridurre le future emissioni sia di gas serra che di inquinanti atmosferici, concorrendo così, al contempo, a diminuire drasticamente l'inquinamento atmosferico che tiene in «ostaggio» le città italiane ed europee;
il consumo totale di elettricità in Europa dei veicoli elettrici aumenterà da circa 0,03 per cento nel 2014 al 9,5 per cento nel 2050;
l'Italia rimane in ritardo sul fronte delle auto elettriche: solo lo 0,1 per cento dei veicoli immatricolati nel 2016 è dotato di una simile motorizzazione, dato che è addirittura in calo rispetto al 2015. Un ruolo importante, all'interno di una performance così negativa, è rivestito da un'infrastruttura per la ricarica inadeguata allo sviluppo della mobilità elettrica;
come denunciato da una relazione della Corte dei conti citata sulla stampa nazionale nei primi giorni del 2017 e richiamata anche da un articolo del quotidiano la Repubblica del 2 gennaio 2017, sono stati spesi appena 6.286,28 euro su 50 milioni di euro stanziati dal 2013 al 2015 per la realizzazione dei punti di ricarica per le auto elettriche. La stessa Corte dei conti raccomanda al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di «accelerare al massimo» sulla realizzazione dell'infrastruttura di ricarica e di puntare sulle centraline di tipo «?fast» che permettono di ricaricare in trenta minuti, monitorando poi «l'avanzamento dei progetti appena avviati e di dare impulso all'impiego delle risorse stanziate nel Bilancio dello Stato, ma non ancora concretamente utilizzate» –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della questione evidenziata in premessa e se quanto riportato corrisponda al vero;
se non intenda, per quanto di competenza, implementare lo sviluppo della mobilità elettrica, assumendo iniziative per aumentare l'infrastruttura di ricarica a disposizione degli utenti e fornire un aggiornamento del monitoraggio sulle colonnine di ricarica installate nel Paese. (5-10339)


Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 gennaio 2017

L'approvazione del Piano Nazionale infrastrutturale per gli impianti di ricarica dei veicoli elettrici (PNire), ha rappresentato un elemento innovativo a livello nazionale e comunitario anche se ha avuto un iter approvativo molto complesso (Conferenza Unificata, CIPE e Presidenza del Consiglio dei Ministri).
Nonostante tale laboriosità, il MIT ha emanato tale Piano ancora prima dell'approvazione della direttiva europea in materia di combustibili alternativi ed al suo successivo aggiornamento (pubblicato in Gazzetta Ufficiale nel giugno 2016) – che prevede lo stesso iter di approvazione ed una cadenza annuale – già recependo i contenuti della direttiva EU di riferimento.
Su indicazione del MIT, un primo snellimento dell’iter è stato comunque introdotto nell'ambito del recente decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257; nello specifico, l'articolo 21 ha abrogato il comma 2 dell'articolo 17-septies che prevedeva un aggiornamento annuale del Piano Nazionale adeguando così i tempi di aggiornamento – cadenza triennale – con quelli del Quadro Strategico Nazionale così come indicato al comma 5 dell'articolo 3 del medesimo decreto legislativo.
Inoltre, sempre in tema di attuazione del Piano Nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica, così come richiamato nella sezione delle «?Policy di sviluppo», su proposta MIT è stata adottata la modifica al Codice della Strada che prevede l'introduzione del divieto di sosta e fermata negli spazi riservati alla fermata e alla sosta dei veicoli elettrici in ricarica.
Tale azione – combinata con l'emanazione dei primi Piani Urbani e Regionali della Mobilità Elettrica, indispensabile per una corretta pianificazione e integrazione con le politiche di mobilità sostenibile, oltre che l'attuazione di un progetto europeo, finanziato nell'ambito del programma CEF per l'infrastrutturazione della rete autostradale nazionale con circa 200 infrastrutture di ricarica veloci e ultraveloci – concorre all'attuazione del PNire.
In merito, poi, alle Convenzioni, informo che, ad oggi, il MIT ha sottoscritto Convenzioni relative alla realizzazione di 15 progetti su un totale di 19, finanziati nell'ambito del bando a favore delle regioni per il finanziamento di reti di ricarica dedicate ai veicoli elettrici (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 5a Serie Speciale – Contratti Pubblici n. 85 del 22 luglio 2013).
Rispetto alle Convenzioni mancanti, segnalo che è in corso di stipula con la regione Friuli Venezia Giulia quella relativa al progetto Reti di ricarica per veicoli elettrici da realizzarsi nel comune di Udine, mentre per gli altri progetti le regioni proponenti hanno riscontrato diverse problematiche di tipo tecnico-amministrativo che ne hanno impedito la sottoscrizione; al riguardo il MIT ha chiesto un riscontro in tempi rapidi.
In merito alle 15 Convenzioni già sottoscritte informo che diverse regioni, quali la Valle d'Aosta, l'Umbria, l'Emilia Romagna e la Sardegna, hanno già appaltato la fornitura e l'installazione delle infrastrutture di ricarica.
Inoltre, sono stati predisposti i Piani di mobilità elettrica regionale che creano le condizioni per una pianificazione strutturata e coordinata con le politiche di mobilità ed efficientamento energetico delle realtà regionali e locali; su tali progettualità il Ministero effettua un monitoraggio continuo sul relativo stato di avanzamento.
Circa l'erogazione della spesa, le relative modalità sono indicate nelle convenzioni che prevedono pagamenti a fronte di stati d'avanzamento. Quindi, anche in presenza di progetti avviati, come la quasi totalità di quelli per i quali è stata sottoscritta la convenzione, non risultano ancora effettuati pagamenti in mancanza dei presupposti richiesti dalle convenzioni.
Deposito agli atti, per completezza d'informazione una tabella (allegato «A») nella quale si riporta lo stato di attuazione delle Convenzioni.
Il MIT, contestualmente all'approvazione dell'aggiornamento del Piano Nazionale, che contiene gli elementi minimi che i progetti devono avere per poter accedere al co-finanziamento di cui al comma 5, dell'articolo 17-septies della legge n. 134 del 2012, attraverso la stipula di Accordi di programma, già il 22 dicembre 2015 con decreto direttoriale ha provveduto ad impegnare ulteriori risorse, pari a circa 28 milioni di euro, in favore di regioni e province autonome, chiedendo alle stesse di presentare dei Programmi di investimento per lo sviluppo di reti di ricarica sui propri territori.
Nello specifico, con tali finanziamenti, il MIT supporta gli enti locali nella implementazione di reti di ricarica in aree metropolitane e aree non metropolitane nell'ambito dei seguenti 4 filoni, ritenuti prioritari per lo sviluppo della mobilità elettrica, visti anche gli esempi delle principali esperienze comunitarie ed internazionali che hanno incentrato le politiche di mobilità sull'incentivo di forme di mobilità a zero emissioni:
a) infrastrutture di ricarica pubbliche,
b) impianti distribuzione carburante,
c) infrastrutture di ricarica private accessibili al pubblico (autorimesse, parcheggi di struttura, ecc.),
d) infrastrutture di ricarica domestica.
Dopo avere verificato i Programmi trasmessi nel mese di giugno 2016 da regioni e province autonome, il Ministero, nel rispetto di quanto previsto dal citato articolo 17-septies, comma 5, ha sottoposto una bozza di Accordo di Programma all'attenzione della Conferenza Unificata per avviare il suo iter di approvazione; la prossima seduta tecnica è prevista per il 15 febbraio 2017.
Rispetto al tema del censimento delle infrastrutture di ricarica, a gennaio 2016, il numero di punti di ricarica presenti in Italia, reperiti attraverso una indagine con le utilities, le case automobilistiche, costruttori/importatori di colonnine risulta essere di:
1.700 punti di ricarica pubblici di tipo lento/accelerato; inoltre, sulla base delle risorse allocate con il decreto ministeriale del 7 novembre 2014, nel corso del 2017, verranno installate ulteriori 700 punti di ricarica.
Da un'analisi di dettaglio, ancora in corso di approfondimento, possono essere individuati dei valori che caratterizzano le aree urbane, metropolitane e regionali che presentano il maggior numero di infrastrutture di ricarica presenti sul proprio territorio. In particolare: comune di Firenze: circa 250 punti di ricarica (di cui parte riservati a motocicli e ciclomotori); comune di Roma circa 200; comune di Milano e hinterland circa 120; comune di Siena circa 48; comuni di Pisa-San Casciano-Pontedera circa 80; comune di Bari circa 52; comune di Genova circa 20; comune di Trieste circa 18; comune di Aosta circa 16; comune di Brindisi circa 14; comune di Lecce circa 10; regione Emilia Romagna 200; regione Umbria circa 60. 
10 punti di ricarica veloce;
300 punti di ricarica pubblici di tipo «lento» destinati ai soli veicoli leggeri (categoria L);
48 punti di ricarica Tesla.
Inoltre, sono stati individuati circa 2.000 punti di ricarica in aree private ma con accesso aperto al pubblico.
Nelle stime appena riportate non sono inclusi i punti di ricarica destinati ad esplicito uso privato quali quelli ad esempio delle flotte (cfr Poste, ecc.).
Si tratta di un'attività di particolare rilevanza sia per gli enti locali che per gli utilizzatori dei veicoli elettrici che dovrebbe trovare la sua sistematica collocazione nell'ambito della Piattaforma Unica Nazionale di cui al Piano Nazionale.
È evidente che occorre recuperare la capacità di impegnare tutte le risorse stanziate, a tale riguardo il MIT porrà in essere ogni utile iniziativa per realizzare tale obiettivo, anche semplificando le procedure.

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