DALLARA: "SERVONO ELETTRICHE PIÙ SOBRIE, NON SUV”martedì 12 aprile 2022 14.51I costruttori dovrebbero pensare ad auto elettriche "più sobrie" per un uso quotidiano, non alle Suv. Lo ha detto Gian Paolo Dallara, fondatore dell’omonima azienda-gioiello della Motor Valley emiliana, dal palco del secondo incontro della rassegna organizzata per festeggiare i primi 50 anni di vita della società e realizzata in collaborazione con Quattroruote.


I costruttori dovrebbero pensare ad auto elettriche "più sobrie" per un uso quotidiano, non alle Suv. Lo ha detto Gian Paolo Dallara, fondatore dell’omonima azienda-gioiello della Motor Valley emiliana, dal palco del secondo incontro della rassegna organizzata per festeggiare i primi 50 anni di vita della società e realizzata in collaborazione con Quattroruote.
"Il problema dei problemi che dobbiamo risolvere è quello dei cambiamenti climatici, ma dovremmo affrontarlo anche pensando a una maggior sobrietà, non solo come stile di vita", ha spiegato l’ingegnere, rispondendo a una domanda del nostro direttore Gian Luca Pellegrini sul connubio tra sostenibilità e auto elettriche.

"Parliamo delle vetture: ho chiesto al mio responsabile dell’aerodinamica se stiamo ottenendo dei risultati nella riduzione della resistenza all’aria. La sua risposta è stata: 'Sì, miglioriamo il coefficiente, ma i miglioramenti sono annullati dall’aumento della superfice frontale'. Allora, sono andato a vedere la mia prima vettura, una vecchia Fiat 500: era larga 1,37 metri e ci stavo bene. Ora guido una 500 di adesso ed è larga 1,8 metri, ma per andare a lavorare mi basta un’auto anche più piccola. Per l’uso quotidiano servono vetture più sobrie, non Suv". 

IL PREZZO DELLA SOSTENIBILITÀ
. Dallara ha anche ricordato come vetture più piccole consentano di ridurre le batterie e quindi i costi, tema al centro di un intervento di Camillo Mazza, general manager di Bosch Italia: "Le Case - ha spiegato il dirigente - stanno ormai andando verso l’elettrico anche perché sembra che il mercato lo chieda. Tuttavia, c’è anche un tema di sostenibilità economica: ci dobbiamo chiedere se per davvero i clienti finali saranno disponibili a pagare il doppio o il triplo delle endotermiche. Un’altra domanda è se avremo abbastanza energia per ricaricare tutte le elettriche".

IL BANDO DELL'ENDOTERMICO
. Ovviamente, il futuro elettrico del settore automobilistico è collegato al tema dello stop alle endotermiche. A tal proposito, è necessario domandarsi se la data del 2035 proposta da Bruxelles per il phase-out sia realistica. Per Mario Almondo, direttore operativo di Brembo Performance, si tratta di "un obiettivo giusto per il problema climatico ma il tempo, dal punto di vista tecnologico, è poco. Sicuramente abbiamo davanti 10-15 anni di evoluzioni tecnologiche continue e rapide. Il trend è verso l’elettrico, ma in questo arco temporale ci sarà spazio per altre tecnologie come l’ibrido. In ogni caso, per il futuro, dobbiamo tenere in conto altre soluzioni come l’idrogeno o le benzine verdi". Dello stesso avviso è Mazza: "Credo che il 2035 sia un modo estremo per affrontare il tema della sostenibilità. Noi, come Bosch, crediamo che la strada giusta sia la neutralità tecnologica: si possono trovare altre strade per la ‘carbon neutrality’ come i carburanti sintetici o l’idrogeno".

SEMPRE PIÙ CREATIVITÀ
. La discussione ha affrontato altri argomenti caldi come la guida autonoma, l'auto connessa e un aspetto non meno importante, il timore che con l’elettrico si vada verso una eccessiva standardizzazione, dando l'addio a quegli spunti creativi che, per esempio, hanno fatto la storia della Motor Valley. Dallara, dopo aver ripercorso i suoi anni di apprendistato alla Ferrari, alla Maserati e alla Lamborghini e ricordato, tra l’altro, le tante innovazioni della Miura, ha sottolineato come in futuro ci sarà ancora "spazio per la creatività: le auto sembrano tanto uguali, ma nei prossimi 10-15 anni cambieranno profondamente". Tuttavia, per innovare "ci vuole coraggio e non bisogna avere paura di sbagliare". D’accordo Mazza e ancor di più Almondo: "Paradossalmente, c’è più spazio per la creatività oggi di quanto non ce ne sia stato in passato". Il manager della Brembo ha citato, nel motorsport, i nuovi regolamenti della Formula 1, mentre per l'universo delle vetture stradali ha sottolineato come "l’avvento della digitalizzazione abbia fornito la possibilità di provare soluzioni prima della loro realizzazione concreta: lo rende possibile la modellizzazione matematica. Noi non ce ne accorgiamo, ma in realtà innoviamo di più e scartiamo cose che non funzionano prima di realizzarle. Quindi, il ritmo dell’innovazione, paradossalmente, può essere considerato più veloce di prima. E ha, tra l’altro, costi molto più bassi". Di sicuro, l’innovazione è fondamentale. Ne è convinto Dallara, che da sempre sostiene la necessità di cercare sempre qualcosa di nuovo nelle attività aziendali: "Se fai qualcosa di buono, vieni copiato ed è giusto così. È inevitabile che tutti ti copino e quindi tu devi fare qualcosa di più e farlo in fretta. Se pensi di poterti permettere ci continuare a fare bene quello che fai sbagli, perché ci sarà sempre qualcuno che, in poco tempo, farà meglio di te. È una rincorsa continua e bisogna impegnarsi sempre: o cambi e cambi in fretta, oppure sei finito".

IL FUTURO DELLE COMPETIZIONI
. Un piccolo passaggio del dibattito è stato anche riservato alle competizioni sportive, tradizionale campo di gioco della Dallara. Ci sarà una convergenza tra la Formula 1 e la Formula E? L’ingegnere lo ha escluso, anche se ha espresso la convinzione che "tutte le competizioni si daranno una spolverata di verde: quasi tutti i campionati più importanti saranno ibridi". In ogni caso, per quanto la Formula E abbia avuto "un grande successo tra i maggiori costruttori, si fa fatica a pensare che una grande organizzazione come la Formula 1 si faccia superare".
 
Fonte: Redazione Online Quattroruote

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